Una canzone d’amore nonostante l’egoismo

È incredibile come i treni e le stazioni siano fonte di riflessione o ispirazione. Aspettavo il famoso trenino, quello puzzolente e pieno d’odio. Vidi una signora, l’emblema dell’egoismo umano: aveva in braccio una bambina, sua figlia probabilmente, e si accese una sigaretta; la figlia, vittima del fumo passivo, piangeva. Pensai alla natura egoista dell’animale umano ma braccai questi pensieri: poco prima sul bus diretto alla stazione si sedette dietro di me una donna bellissima, mulatta con capelli chiari raccolti in mille treccine. Iniziò a cantare una canzone a me sconosciuta. Una voce angelica, una ninna nanna al contrario che risvegliò i miei sensi; pecco di egocentrismo ma quella donna sembrò cantare per me, sussurrava alle mie orecchie questa melodia accompagnata da parole d’amore. Le fui grata e fui contenta di non aver messo le cuffie: l’effetto fu lo stesso, smisi di sentire voci e rumori onnipresenti su qualsiasi autobus per ascoltare e carpire ogni parola, ogni nota di quella musica così dolce. Forse l’uomo non è sempre egoista, forse l’uomo non è sempre cattivo. Grazie donna, grazie per quella canzone d’amore.

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