Dignità, scuola e libertà!

“Voi che andate a scuola avete una dignità in più rispetto a coloro che sono fuori seduti sul muretto a fumare.”-Professoressa di Lettere.

Ma la dignità di una persona si basa sul mestiere che fa? Quindi un disoccupato non ne ha? Qui il problema di fondo è il concetto che si ha di scuola e della sua utilità, il senso che si dà ad essa. C’è chi crede che la scuola serva ad acculturarsi, che il tuo grado di conoscenza si misuri in giudizi e voti che quasi mai sono oggettivi. La scuola ti istruisce, ti insegna cos’è la schiavitù, ti rende avvezz* a subire e ad ubbidire a gente che sta uno o due gradini più in alto di te. La scuola è lo specchio di questa società gerarchica e classista. La scuola è un carcere, un carcere che bracca la fantasia, la genialità, la creatività. Sei ore al giorno, per anni, tanti anni, troppi anni! Sei ore al giorno scandite da un’assordante campanella, sei ore dove qualcuno decide per te quando puoi mangiare, bere, pisciare e anche come vestirti. Sei sottoposto continuamente a giudizi e interrogatori da parte dei ”secondini” e da parte degli altri schiavi/carcerati/studenti… insomma chiamateli come più vi piace.

Mi rifaccio alla citazione della professoressa: e se sul muretto a fumare ci fosse il nuovo Einstein? Il nuovo Nietzsche? Il problema è la società capitalista in cui viviamo dove non c’è interesse a mandare avanti giovani menti acute, dato che l’intelligenza è difficile da controllare e manipolare, dato che l’intelligenza poi diventerà disubbidienza. Disubbidienza scomoda. Come può esserci dignità ove non c’è libertà?

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