Sai cos’è all’avanguardia?

L’essere se stessi senza preoccuparsi dell’apparire, l’essere se stessi senza indottrinamenti, fare scelte che ti rendono qualcuno – e non un qualcosa. L’amare veramente, l’amare tutto, il sole che sorge, le altre vite, amare il rispetto, amare chi vuoi senza paura del giudizio di alcuno. Ridere. Dimmi, chi ride più? A malapena si riescono a vedere sorrisi finti in giro, ma di persone che ridono ce ne sono più? Tutte vittime di qualche gabbia, che sia mentale, che sia la scuola, il lavoro. Come si può ridere senza tempo? Come si può essere spensierati se non vi è tempo per il divertimento? Vogliamo parlare della pace? Non parlo di quella pace da pacifici che porgono l’altra guancia. Parlo di quella pace che non si ottiene con la guerra, la pace che non si ottiene con un trattato. La pace. Ottenuta dallo spento desiderio di conquista e oppressione, ottenuta dall’abbattimento di confini mentali e geografici. Ecco cos’è all’avanguardia. Non si può sperare in una società migliore mirando a cambiare grandi cose quando ignoriamo quelle piccole che ci formano come individui che interagiscono in una società.

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